Educazione Civica

BEBÈ, LA BARONESSA RIBELLE

21 agosto 2017

Lei alle regole che imponeva il suo status aristocratico non ha mai voluto sottostare. E questo fin da bambina: “non potevo sedermi a tavola prima della nonna, non potevo interloquire con i grandi, m’infastidiva l’aver dietro di me un cameriere per versarmi l’acqua e non accettavo di dover fare l’inchino…”, ricorda Bebè Cherubini che in una famiglia aristocratica ci è nata e cresciuta, in quel di Rossano Calabro, senza averlo potuto scegliere.
Se la madre era legata all’etichetta, il padre e il nonno erano più morbidi e quest’ultimo di fronte a una nipote fuori dalle righe era solito dire “lasciatela stare perché lei va per conto suo”.
D’estate la famiglia si trasferiva nel seicentesco casino di campagna in contrada Amica; qui il passatempo preferito era sfuggire ai controlli e raggiungere i figli dei contadini per giocare con loro, anziché intrattenersi con le amichette a pettinare le bambole.
Intorno ai vent’anni Bebè si trasferisce a Roma, in fuga dalle condizioni di casa sua, si sposa e proprio durante il viaggio di nozze, nel 1962, arriva una folgorazione che l’accompagnerà per diversi anni a venire. Nel transitare dalla campagna francese un guasto alla macchina costringe lei e il marito a fermarsi. Una signora che abita accanto all’officina li accoglie in casa propria. Quell’ospitalità squisita, la condivisione di casa, cibo e parole entusiasmano Bebè che in cuor suo inizia a pensare quanto sarebbe bello creare nel casino di famiglia una sorta di ospitalità rurale (forma primordiale di agriturismo).


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Educazione Civica

CI VUOLE RISPETTO!

31 luglio 2017

“Buongiorno Luigi. Tutto confermato per stanotte, ore 4,30, giù al porto della Marina Lobra. Appuntamento vicino a un ristorantino che si chiama Funiculì Funiculà. In ogni caso ti lascio il cellulare, si chiama Tonino S.Rosa, il signore con la maglia celeste. Ci vediamo stasera, Mimmo”.


Non poteva regalarci gioia più grande, Mimmo.
Scendiamo per i vicoli di Marina Lobra, non si sentono altri rumori oltre al ritmo stentato di un Ape e di un motore che si allontana, quello di una barca verso il mare aperto.


Al porto Tonino S.Rosa deve ancora scendere, ci dicono tre uomini che presidiano, insonni, un parcheggio destinato, tra poche ore, a riempirsi delle auto dei villeggianti.
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Alimentazione

TI REGALO SANELLI

24 luglio 2017

Ci piace sorprendere con i regali di compleanno, quasi facciamo a gara a chi sfodera la trovata più originale. Sentirsi dire “Ti regalo Sanelli!” per un goloso DOC che abita nel parmense, ma anche fuori provincia, equivale al più gradito dei regali, che vede il festeggiato, durante la propria festa, coinvolto insieme al gelatiere Sanelli nella preparazione al momento e “scorpacciata” dei  suoi gusti preferiti.
Corrado Sanelli è, e con lui il figlio Costantino, un artigiano gelatiere. Ci tiene a precisarlo, lui che è attento alle parole: artigiano come chi “fa cose lui, le tocca lui e le vende lui” ed è pure vendibile lui stesso in quanto gelatiere, figura in grado di gestire, in qualsiasi luogo, tutto il processo per la realizzazione del gelato, dalla scelta delle materie prime al giusto bilanciamento degli ingredienti.

23 gennaio 2017 Sigep Rimini premiazione Tre Coni guida Gelaterie 2017 Gambero Rosso © Francesco Vignali Photography

© Francesco Vignali Photography


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Educazione Artistica

NON SI TRATTA DI SEMPLICITÀ, MA DI EMOZIONE

16 luglio 2017

A Matera ci sono mille angoli di bellezza che il centro storico sa offrire, sinonimo di come l’Italia, anche nei luoghi che fino a pochi decenni fa erano considerati degradanti come il sistema dei Sassi, sappia in realtà dimostrare la forza del bello, nelle sue infinite varianti tipicamente italiane.
I Sassi, in verità, avevano anche allora, quando erano abitati, una loro particolare forma di bellezza: quella dell’aggregazione, di cui ancor oggi si percepiscono le tracce nel tessuto urbano e nelle 160 chiese rupestri che ne definiscono il passato.
Ci sono persone fuori dagli schemi in questa città, abitanti che sprizzano gentilezza da tutti i pori e altre che la trasformano in una scelta di vita. Uno di questi è Enrico Filippucci, da Spoleto.

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Di professione fa il direttore artistico e lo fa talmente bene che, lo confesso, non mi era mai capitato di entrare in una galleria d’arte e trovare ogni opera bella, coinvolgente, emozionante. L’arte, è risaputo, è quanto di più soggettivo possa esistere: un dipinto, una scultura, una installazione piace o non piace, indipendentemente dal giudizio del critico che ne illustra il significato.
In Opera arte & arti, ribadendo la soggettività del giudizio, non c’è nulla fuori posto: la competenza, mista a passione totale, con cui Enrico Filippucci sceglie i suoi artisti è l’esempio di come l’arte può essere un concetto accessibile a tutti.

opera arte e arti
Non si tratta di semplicità, ma di emozione; la si percepisce passando davanti alle vetrine della galleria, invitanti e colorate a tal punto che non varcare la soglia è impossibile. All’interno, nel piccolo spazio, si è accolti con serenità, anche se il direttore sa capire subito il grado di interesse o meno del visitatore verso l’acquisto.
“Sono arrivato a Matera grazie a mio padre che si è occupato per tutta la vita di restauri monumentali. – racconta Enrico Filippucci – Una volta giunto in questa città ha comprato casa nella parte alta dei Sassi. Io organizzavo grandi eventi in giro per l’Italia, come le mostre di De Chirico, Boetti, Rotella e tanti altri. L’apertura di questa galleria è avvenuta una decina d’anni fa e, da subito, mi sono orientato verso la scoperta di artisti giovani, spinto da un criterio prevalente: la sintonia”.

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La galleria di Matera, concepita come un allestimento museale ma al contempo ricca di innovazione e freschezza di lettura, si integra con Spazio Opera in via Duomo, sempre nel centro storico, e con quella aperta da Filippucci nella sua città natale, Spoleto, negli anni ’90 all’interno di un palazzo cinquecentesco.
“A Spoleto abbiamo anche un’azienda agricola dove produciamo vino, olio e aceto balsamico nel suo metodo tradizionale. – prosegue Enrico Filippucci – Anche questo è un percorso scandito da una particolare forma di bellezza: quella del paesaggio e della biodiversità di cui l’Italia tutta è un esempio perfetto”.
Tornando alle persone fuori dagli schemi, Enrico ci racconta di Alejandro Pereira, un’artista argentino che a Matera ha scelto di viverci, con tutta la famiglia: “Come ho visto le sue opere le ho trasferite in galleria. Le persone restano affascinate dalla sua tecnica e ora le sue creazioni sono in importanti collezioni internazionali”.

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Alejandro Pereira è uno degli artisti che ha generato la consapevolezza di essere in un luogo dove bellezza, stupore ed emozione si fondono. Le sue opere sono di grande formato, composte da minuscoli tasselli che a mo’ di mosaico ricostruiscono cartelloni cinematografici, volti di attrici e attori, scene di film.
“La tecnica è quella del Papier collè, in cui  frammenti di vecchie riviste e giornali provenienti da ogni parte del mondo vengono utilizzati per comporre le sue opere” spiega il direttore artistico di Opera arte & arti, mostrandoci anche una delle ultime, dove l’artista ha assemblato oltre diecimila minuscoli francobolli comprati da un rigattiere.
La rappresentazione della città dei Sassi è invece il fil rouge che accompagna la produzione di un altro artista esposto in galleria: Michele Volpicella.

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“La sua visione di Matera è un’autentica calamita per le persone che entrano in galleria” racconta Enrico Filippucci.
Quella di Volpicella è una spiccata sensibilità cromatica che trasferisce in una lettura del paesaggio urbano tra il reale e l’onirico, ma sempre corrispondente alla bellezza che emana questa città. Oltre ai dipinti e alle litografie Michele Volpicella si è prodotto in un divertissement, costruendo una Matera con i mattoncini del Lego. Il risultato? Essere chiamato a Billund, in Danimarca, nella sede del gruppo, per una personale.
“Dove andate a cena?” ci chiede Filippo al termine della visita.
“Da un amico cuoco che non vedo da un po’ di tempo: Leonardo Lacatena”.
“Allora troverete una sorpresa!”

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Le opere degli artisti di Filippucci appese alle pareti del ristorante, che cambiano periodicamente come a significare che la bellezza è senza soluzione di continuità.

Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it

Opera arte & arti Galleria d’Arte
Via Ridola, 4
Matera
Tel. +39 0835 256473
www.operait.com

Geografia

LA LAVANDA CHE SA DI PULITO

10 luglio 2017

Se si cerca Arnico sul navigatore non si lo si trova perché Arnico non è un luogo geografico bensì il nido, la materializzazione di una scelta che Arnaldo e Nicoletta ( Ar+Nico) hanno fatto qualche anno fa, decidendo di acquistare un appezzamento di terreno, con i tipici terrazzi molto diffusi in Liguria, in località Levaggi di Borzonasca (GE). Li ha guidati la lungimiranza di vederci realizzata la loro casa e una qualche coltivazione su quei gradoni, più larghi e più bassi di quelli in cui si è soliti imbattersi.

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Abbiamo conosciuto Arnaldo a settembre scorso a Camogli, in occasione del Festival della comunicazione. Nel caos del problema parcheggio, un uomo pacato alla guida di un taxi, Arnaldo appunto, ci ha dato buoni consigli, cordiale e signorile nel suo modo di porsi; subito lo abbiamo eletto a punto di riferimento per i nostri spostamenti di quei giorni, in quel lembo di terra bellissimo ma non sempre avvezzo ad accogliere.
E come accade quando si avverte una sorta di feeling, ci siamo ritrovati a scambiarci informazioni di sostanza sulle nostre vite: “Non sono ligure. Vivevo a Bergamo dove mi occupavo di progettazioni di grandi coperture, come lo stadio di San Siro. Poi la contingenza ha cambiato molte cose e insieme a mia moglie abbiamo valutato di ritirarci qui, perché lei è nativa di queste parti. Io ho individuato quest’esigenza a Camogli e Nicoletta ha continuato la strada dell’insegnamento. Insieme però stiamo perseguendo un progetto. Abbiamo una piccola coltivazione di lavanda, selezionata in Provenza, la lavoriamo e vendiamo i prodotti ricavati”.

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Proseguo a voce alta come a chiedere conferma se ho capito bene: “Lavanda provenzale in Liguria, se viene il caso coltivata a terrazzi?”
Arnaldo conferma e aggiunge che nel Levante ligure non è a conoscenza che altri abbiano abbracciato questa strada.
Sguardo d’intesa con Luigi, “questa è già una bella storia” ci diciamo con gli occhi. Tengo i riferimenti di Arnaldo.
Sono passati dieci mesi e dalla mia agenda è sbucata una nota: fioritura lavanda di Arnico.

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“È il momento – mi sono detta – non c’è tempo da perdere!”
“Arnaldo si ricorda di noi?” gli chiedo telefonicamente.
“Certo che mi ricordo!”
“A che punto siamo con la fioritura della lavanda?”
“Tempo una decina di giorni e la raccogliamo”.
“Vorrei tanto vederla in fiore!”.
Ci accordiamo sul giorno. Si parte alla volta della Liguria, appositamente. È la natura che detta ancora i tempi, se vuoi seguirla!
Ci portiamo sul fondo della valle Sturla fino a imboccare una piccola strada che sale fra un verde lussureggiante. Niente case, solo natura per un bel tratto, poi timidamente compare qualche abitazione.

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Una freccia indica ‘Lavanda di Arnico’, si scende lungo uno stradello sterrato. Una bella cancellata si affaccia su un parcheggio generoso, in piano, dove un’ insegna conferma che siamo nel posto giusto. Si affaccia sorridente Arnaldo e con lui Nicoletta, due visi luminosi, due espressioni serene.

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C’è un sole pieno che, generoso, bacia quel versante per dodici ore al giorno. Gradisce la lavanda, le piace anche il terreno povero di questa zona.
“La pianta di lavanda non è esigente – precisa Nicoletta mentre ci incamminiamo verso la coltivazione – si accontenta dell’acqua del cielo. Solo nei periodi di maggiore siccità interveniamo noi”.
Mentre ci indirizziamo verso i terrazzamenti notiamo che quel giardino è tutto una lavanda, che in tal caso funge da ornamento. In ogni angolo sbucano cespugli e con loro farfalle e api, impegnate nel loro balletto.

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“Quando raccogliamo la lavanda lasciamo un po’ di steli per le api” puntualizza Nicoletta. L’ascolto, ascolto quel suo modo di esprimersi: questa donna sa cogliere e trasferire con le parole la poesia di quello che ha intorno.
Ci affacciamo dapprima sul pendio e poi, piano piano, scendiamo per avvicinarci ai filari dove gli steli sono tutti protesi verso il sole.

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Ci racconta Arnaldo che inizialmente qui ha trovato nella parte alta pochi ulivi poi ne ha integrato qualcuno fino a che, analizzando la caratteristiche di terreno e posizione, ha scelto di iniziare, nei gradoni sottostanti, la coltivazione della lavanda: tre qualità e una nana, selezionate accuratamente grazie ad alcuni conoscenti della Provenza.

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I sacchettini di organza riempiti di fiori essiccati sono stati la partenza di un processo di trasformazione di questa pianta talmente versatile e ricca di proprietà terapeutiche (neurotoniche, antinevralgiche, antisettiche, disinfettanti, cicatrizzanti, antibatteriche, antiparassitarie, digestive…) da aver sollecitato Arnaldo e Nicoletta a mettere a punto una diversificazione di prodotti su cui, ancor oggi, non si ritengono completamente arrivati.
E d’altra parte, come dicono loro, “il cliente cerca la varietà”.

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Così hanno ampliato la gamma dei profumatori (cassetti, armadi, auto… bella l’idea del portachiavi), si sono organizzati con un alambicco per ricavare olii essenziali, realizzano oleoliti (potenti decontratturanti), sali e saponette, mascherine decongestionanti, una linea di cuscini per la terapia del caldo e del freddo (con noccioli di ciliegia, farro, amaranto, semi di uva, semi di lino naturalmente integrati a lavanda), cuscini rilassanti (pino cembro e lavanda), segnaposti per cerimonie e bomboniere.
Le timide presenze dei primi anni a mercatini locali sono diventate presenze più strutturate: uno stand armonioso e di impatto dice la cura che ci sta dietro al mondo della lavanda di Arnico.

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“Il cliente che si ferma ha certe caratteristiche, apprezza, chiede, ha voglia di sapere e di parlare…dà soddisfazione”, ci confida Nicoletta, mentre al tavolo di quel ridente giardino ci offre una fetta di crostata di albicocche e lavanda e un infuso fresco di lavanda, che allietano le colazioni estive di casa loro: una bontà! Peccato che non possano produrle che per se stessi.

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La lavanda di Arnico ha una profumazione potente, al punto che un sacchettino di fiori essiccati rimane carico per un anno e mezzo, ma ha soprattutto una caratteristica: sa di pulito come chi ha scelto di coltivarla e trasformarla.

Simona Vitali
simonavitali@solobellestorie.it

Azienda Agricola La Lavanda di ARnico
Loc. Levaggi di Borzonasca (GE)
Tel. 338 6005951

La Lavanda di ARnico facebook

 

 

 

 

Geografia

SICILIANI DI MARE APERTO

3 luglio 2017

“Questo è uno sciero” mi spiega Giuseppe Argentino, non appena ci incontriamo all’ingresso di quel capolavoro di architettura urbana che è la piazza Regina Margherita di Marzamemi, l’affascinante borgo marinaro della Sicilia sud-orientale, dove fino al secolo scorso si mettevano ad asciugare le grandi reti per la pesca.

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Geografia

COME CREARE UNA RETE FELICE

26 giugno 2017

“Ah! Ah! Ah!” sembra una grassa risata lo stridere di una coppia di gabbiani che sta volteggiando sopra il mare di Peschici. Vuoi vedere che qui i gabbiani sono più felici? Avranno anche loro delle preferenze, sentiranno più ameni certi luoghi piuttosto di altri, mi dico per spiegarmi quella gioiosa espressione, come umana, mai udita prima .
Qui per osservare i gabbiani in naturalezza bisogna portarsi sulla costa di levante, addentrarsi nei borghetti imbiancati fino al limite del mare e affacciarsi sulla scogliera, sospesi fra i due azzurri che spesso si fondono, godendosi le loro danze in tondo e il chiacchiericcio per trovarsi rapiti dentro quel balletto.

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Storia

È ‘NA STORIA LA VITA

19 giugno 2017

“Io ebbi una famiglia numerosa, undici di noi. Mio padre non aveva tante possibilità e mi mandò subito a lavorare da Iaccarino. Avevo 13 anni e facevo il commis di cucina, stando vicino allo chef; gnocchi, cannelloni nel forno a legna. E mi piacette a questa signora qua, la mia moglie… era una ragazza molto verace”. Non ce l’ho fatta, guardandoli a breve distanza, a non essere curioso.
Sto parlando di Paolo e Filomena De Gregorio, i genitori di Mimmo, il patron dello Stuzzichino di Sant’Agata ai due Golfi, Costiera Amalfitana.

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Lo Stuzzichino a Sant’Agata ai due golfi


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Educazione Artistica

I COLLIER FRUTTATI DI NADIA MEZZADRI

12 giugno 2017

“Vedo, leggo e immancabilmente esperimento. Prima copio il pezzo solo per capire la tecnica, la modalità di realizzazione,  poi libero la mia creatività e mi sbizzarrisco a seconda del mio sentire di quel giorno”. Chi parla è Nadia Mezzadri, felice incontro ad un mercatino di artigianato nel parmense.

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Geografia

IL BOSCO CHE SUONA

5 giugno 2017

Ci vogliono almeno centocinquant’anni per ottenere un legno di risonanza dagli abeti rossi del bosco di Paneveggio, un’enorme distesa tra Passo Rolle e la Val di Fiemme: lo chiamano il bosco che suona, ma non pensate di trovarlo così facilmente.
Non ci sono precise indicazioni, ad una signora titolare di un bar lungo la strada che da Predazzo porta a Passo Rolle abbiamo chiesto dov’era questo bosco; si è affacciata sulla porta e con un ampio gesto della mano lo ha indicato, grande, a prima vista irraggiungibile.
Ci sono alcune vie di accesso che si inoltrano in più punti del bosco, cartelli che, poco a poco, diventano semplici segni rossi e bianchi dipinti sui tronchi o sui massi per non far perdere la direzione.

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