Geografia

COME CREARE UNA RETE FELICE

26 giugno 2017

“Ah! Ah! Ah!” sembra una grassa risata lo stridere di una coppia di gabbiani che sta volteggiando sopra il mare di Peschici. Vuoi vedere che qui i gabbiani sono più felici? Avranno anche loro delle preferenze, sentiranno più ameni certi luoghi piuttosto di altri, mi dico per spiegarmi quella gioiosa espressione, come umana, mai udita prima .
Qui per osservare i gabbiani in naturalezza bisogna portarsi sulla costa di levante, addentrarsi nei borghetti imbiancati fino al limite del mare e affacciarsi sulla scogliera, sospesi fra i due azzurri che spesso si fondono, godendosi le loro danze in tondo e il chiacchiericcio per trovarsi rapiti dentro quel balletto.

terrazzo peschici

Sa accogliere Peschici, già all’arrivo ti abbraccia attraverso la sua gente, che quasi ti adotta. “Qui siamo tutti ciceroni, cerchiamo di creare una rete felice” confessa Domenico Cilenti, ristoratore sempre in prima linea per la sua Peschici. Non si accontenta di guardare al suo orticello che sta dando buoni frutti.
Si spende e tanto, dando vita o aderendo iniziative, perché i riflettori vengano accesi adeguatamente sull’intero sistema – che non manca di stregare chiunque l’approcci – non foss’altro per riuscire ad allungare la stagione, che qui è limitata ai mesi estivi.

Domenico Cilenti
La pensa come lui, Gianmarco Vescia, operatore turistico. Insieme fanno parte di Gustapeschici, una piccola associazione che riunisce ristoratori, marinai, artigiani che intendono valorizzare i servizi turistici del territorio peschiciano: “L’accoglienza c’è, la popolazione è attiva – precisa Gianmarco – Il nostro impegno è quello di far emergere il brand Gargano, e poco a poco ci riusciremo”.
Il suo ottimismo è azzurro come il mare che solca ogni giorno, più volte al giorno,  dal momento che organizza escursioni in barca lungo la costa del Gargano… una sorta di caccia al tesoro tra scogli, trabucchi, grotte, baie e faraglioni: a ogni tratto una sorpresa, un motivo per non smettere di stupirsi, prerogativa di questo luogo da quando arrivi. Ti affascina all’approccio e lo ami via via che lo vivi e conosci.

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Foto di Gianmarco Vescia

La persistenza, il tenere imperterriti la strada intrapresa, è quanto colgo in chi è impegnato a qualche titolo in questo borgo marinaro. Ogni pomeriggio al porto c’è un ape car stile vintage, color panna e azzurro, su cui campeggia la scritta Gelateria Pina Gel. Quasi un miraggio per chi arriva dal mare cotto dal sole, in realtà una combinazione intelligente per andare incontro e anticipare le esigenze dei bagnanti. Non si può fare a meno di provare un’istintiva simpatia per questo mezzo sui generis, parcheggiato fra un parco barche che gli fa da sfondo, e di rimanere colpiti dal proprietario della gelateria, un ragazzo lindo, dall’aria di uno d’altri tempi, che ti accoglie con una cortesia e una disponibilità non comuni e con un nome che nel mondo dolce è tutto un programma:  Iginio!

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Pina Gel ha una sede fissa nel centro di Peschici, dove è in forza anche la mamma di Iginio, e una solida tradizione di famiglia ultratrentennale.  L’Ape è un’idea cullata e fortemente voluta da lui (per fare meglio conoscere il prodotto e la sua storia, recuperando clientela giovane ) che  ha girato tutte le case produttrici d’Italia, finché non ha trovato chi gliel’ha realizzato su misura, secondo il disegno e i colori che lui aveva già individuato. La stessa meticolosità e rigore applicate alla creatività che Iginio riversa nel suo lavoro. Sono solo otto i gusti che può caricare sull’Ape, in realtà ne realizza molti di più, tra creme tradizionali (ricette di famiglia) e gusti più elaborati(strega la crema degli angeli, irresistibile la stracciatella di arancia amara ma tutto merita ). E per la gioia dei golosi il rito, prima di acquistare il gelato, è di assaggiare tutti i gusti del giorno. Un bel cucchiaino abbondante per ciascun gusto, una sorta di degustazione guidata che porta a disquisire anche sulle possibili associazioni prima della scelta definitiva, perché il gelato è e deve essere un piacere. E lo è: chef Domenico, che di cose buone se ne intende,  lo definisce elegante. In questo aggettivo c’è tutto: bontà e classe da emozionare.

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Su appuntamento l’Ape  può raggiungere, con le proprie ruote, in un raggio di 30/40 km  villaggi, alberghi, resort o presenziare a matrimoni, eventi. Con un kilometraggio superiore deve essere invece trasportato. “Se il calendario me lo permette io vado” dice questo giovane gentiluomo che ha davvero abbracciato quel che fa, con un candore che prevale su tutto il resto. E’ questo il sapore che ti rimane in bocca quando hai terminato il suo gelato.
Ma il Gargano non è solo mare, come spesso erroneamente si crede, bensì scenari paesaggistici talmente diversi fra loro da far immaginare di essere da tutta un’altra parte.
Basta entrare appena verso l’interno per imbattersi nella campagna e trovarsi d’un tratto immersi fra uliveti e masserie.

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E anche qui è curioso scoprire le persone che hanno deciso di scommettere su questi luoghi e capirne l’approccio. Perché si può agire stravolgendo o rispettando ciò che è stato, e di storia, tradizioni ce n’è e non poco.
Mi ha appassionato la scelta di Annamaria Fallucchi di recuperare in modo minimale, a San Nicandro Garganico, una vecchia stalla, che si affaccia sul lago di Lesina ed è avvolta da un uliveto secolare, 24.000 piante dai grandi tronchi nodosi, plasmati dal tempo, su un’estensione di 110 ettari. Un’incantevole installazione naturale.
La produzione di olio biologico, l’ogliarola garganica, è certamente la prima attività di questa masseria dove è bello partecipare alla raccolta delle olive quand’è il momento, tutto il resto è  pensato in funzione di un meticoloso recupero, attraverso documenti e testimonianze raccolte in famiglia e fra la gente, di saperi e sapori che ben trovano collocazione nella veste di fattoria didattica ( simulazione della transumanza, l’assistere alla produzione di ricotta, l’assaggiare ricette antiche, i giochi di una volta…) e in raffinate lezioni di cucina antica.

Annamaria

E poi la perla, l’idea del cuore di Annamaria, di organizzare nella propria tenuta matrimoni autentici, secondo la tradizione di una volta. Anche qui le indagini, le domande a mamma, zie e conoscenti.
“Come apparecchiavate?” Ed emerge ad esempio che si utilizzavano tovaglie importanti, quelle della dote, di cui si andava anche in prestito. Quindi non erano uguali bensì diverse una dall’altra. È iniziata così la ricerca di Annamaria di tovaglie lavorate a mano, e in effetti nelle sue credenze ne ha una più bella dell’altra.  E i piatti? Quelli erano in latta, bianchi bordati di blu. Questi Annamaria li ha fatti riprodurre. E quanto al cibo sono stati rispolverati i piatti più importanti, quelli legati a feste religiose, per mano di Vincenzo Flena, un verace cuoco di territorio.

colazioni

E per l’intrattenimento non orchestrine o karaoke ma la fisarmonica e un’immancabile serenata. Annamaria, è appassionata, diretta, così come appare: semplicemente proietta il suo essere una persona vera in ciò che fa. Questo mondo le appartiene proprio. E con lei c’è Maria Pia Capobianco, che di matrimoni se ne intende!
Addentrandosi ancora nel cuore del Gargano sono i luoghi religiosi ad esercitare un richiamo. San Giovanni Rotondo col suo San Pio attrae indipendentemente dal credo, tanto è universalmente importante la sua opera, di cui oggi l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza -in cui i malati, secondo l’intenzione di San Pio, “dovevano sentirsi come a casa propria”- è il segno più tangibile in loco.

nonna e nipote

E qui l’approccio con Valentina Latiano, una verace guida che con avvolgente pathos racconta aneddoti,  regala pensieri che sono perle e ti accompagna nei borghi di San Giovanni Rotondo per meglio entrare in contatto con la gente del luogo. “Vedi quella signora che si sta affacciando alla porta? Ha 90 anni e fa ancora il pane”. Ci avviciniamo, scambiamo qualche battuta e ci racconta che la settimana scorsa ha preparato ben sette pizze! Intanto scende dal borgo un giovane padre con uno stuolo di bimbi intorno. “ Quell’uomo è padre di sette figli” racconta con naturalezza. La guardo “Sette?” E lei “Si, sette!” È amata Valentina, ha un saluto per tutti, si sente che è saldamente ancorata alla sua terra.

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Ma questo mi si chiarisce all’indomani quando la ritroviamo a esibirsi alla festa di Grani Antichi, con il gruppo delle Mulieres Garganiche che lei, da buona cultrice delle tradizioni, ha fortemente voluto per valorizzare il ruolo della donna nelle tradizioni garganiche come suonatrice, cantatrice e danzatrice.
Un parco nel cuore di San Marco in Lamis ospita un grande palco su cui cinque donzelle, ciascuna con uno strumento musicale alla mano, sono pronte ad esibirsi.
Attacca Valentina , presentando il primo pezzo, poi inizia coinvolgente a suonare la sua chitarra e cantare con una voce calda e profonda che va all’anima mentre due ragazze di nero vestite e con una fascia rossa sui fianchi iniziano a ballare la pizzica (sì perché la pizzica è anche qui nel Gargano, da sempre!)

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Foto di Luigi Giuliani

Tutta energia positiva questa ragazza, osannata dai suoi conterranei “Valentina, Valentina, Valentina!” che lei ricambia con gesti affettuosi. Realizzo meglio a posteriori assemblando tutti i i pezzi: questa è una forza della natura!
Non posso che pensare, e ne sono convinta, che il Gargano sia un privilegio… non per pochi però ma per tutti coloro che decidono di viverlo. Si fa fatica oggi a trovare autenticità, troppi fattori intervengono a cambiare inesorabilmente luoghi e persone. Qui ho visto luoghi, ho conosciuto persone: in tutti un unico tratto distintivo.

Simona Vitali
simonavitali@solobellestorie.it

 

Ristorante Porta di basso – Domenico Cilenti
www.portadibasso.it

Marigest Travel e Living – Gianmarco Vescera
Via Garibaldi, 32 – Peschici (FG)

Gelateria Pina Gel – Iginio Venturi
www.gelateiapinagel.it

Masseria Don Nunzio e Cavallo – Annamaria Fallucchi
http://donnunzioecavallo.it/

Le Mulieres Garganiche
www.facebook.com/MulieresGarganiche/

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