Educazione Artistica

VOCE ALLE ANIME SENZA VOCE

4 settembre 2017

L’arte può urlare più forte delle parole, è quanto ci siamo detti nel trovarci impreparati ma ricettivi dentro un percorso costellato di dipinti, sculture e installazioni, capace di inchiodare qualunque visitatore distratto o troppo scanzonato.
Quel sabato mattina abbiamo deciso di trascorrerlo a Cervia, vagando piacevolmente fra il canale della Salina e i Magazzini del sale, un’area di quiete ricca di un’atmosfera unica.


Nel passeggiare la nostra attenzione è stata calamitata a distanza da un pattino di salvataggio da spiaggia carico di coloratissimi giocattoli e peluche, posizionato a lato della porta di ingresso dei Magazzini del sale “Darsena”. E questa porta era aperta: un invito ad entrare. Intorno a noi quadri dislocati lungo le pareti ma anche sculture. Buca lo sguardo il quadro di Sabrina Casadei che ritrae una bimba rannicchiata a terra con la testa fra le ginocchia, indosso un vestitino scuro a fiorellini, accanto uno sgargiante peluche rosso e nella penombra la sagoma indefinita di un uomo.


Più oltre l’immagine più colorata e luminosa di una ragazzina dagli occhioni verdi, che con fare fiducioso si cuce addosso una copertina patchwork. Vicino al quadro un pensiero di Angela Zini, l’artista: “Pezzettino dopo pezzettino sto creando la mia coperta. Spero di non finirla mai. Forse il rischio è di farla lunga ma ho deciso di andare avanti. Poi si vedrà”.

Alla prima percezione che il tema fosse il mondo dell’infanzia si è aggiunta ben presto qualche domanda. Infatti, a lato di ciascuna opera c’era uno stralcio di lettera che raccontava una storia, scritta di pugno da un adulto, che  riviveva la traumatica esperienza di bambino tenuta dentro per tanto, troppo tempo.  La prima lettera che ho scorso è stata un colpo fortissimo.  Alla ricerca di una spiegazione l’occhio è caduto su un manifesto esposto su un cavalletto: “Anime senza voce, evento internazionale di arte contemporanea contro l’abuso minorile”. La leggerezza con cui siamo entrati è scomparsa,  abbiamo continuato a osservare le opere con altri occhi ancora, a leggere altre lettere. Quel percorso ci ha mosso dentro e non poco. Nell’avanzare, un’installazione collocata nella darsena interna si impone e folgora per la sua potenza espressiva: tanti salvagenti gialli galleggianti con la scritta azzurra ‘MY BABY FLOAT’ si muovono appena sull’acqua, trasportando ciascuno un giocattolo – una pianola, un orsetto, una costruzione… –  tutti dipinti di un bianco antico.

Al centro un pattino rosso  con un enorme muso di tigre dipinto sulla seduta. Interpreta la storia di Friccola, piccola mascotte di un circo gioioso ma con un personaggio di disturbo. Ma poco importano i particolari, un messaggio forte si eleva da quello spazio e si rende leggibile a chiunque. Scopriamo che è un’opera di Antonella Turci, una brava e sensibile artista che ha esposto alla Biennale di Venezia.
“Com’è che è nata una simile iniziativa? Quale intenzione la anima?” abbiamo iniziato a chiederci. Scambiamo qualche parola con un’artista, la quale ci accompagna da Brigitte, fondatrice e presidente di Anime senza voce, intenta ad allestire un tavolo.

Brigitte Ostwald, dopo aver girato il mondo come architetto si è stabilita a Ravenna dove si dedica a tempo pieno all’arte, e alla pittura in particolare, e ci racconta: “come artista mi sono sempre riproposta di raccontare qualcosa attraverso le mie opere. Il tema dell’abuso dei minori, che ho molto a cuore, mi ha portato a riflettere come l’attenzione dei media si incentri su chi fa violenza ma non sulle vittime. E la loro vita, mi sono sempre domandata, come va avanti? Così ho provato nel mio piccolo a interpretare alcune testimonianze che mi sono giunte. Ben presto un’altra amica artista, Agnes Illes, ha deciso di affiancarmi in questo percorso”.
Insieme hanno esposto a Venice Art Fair di Forlì “e – prosegue Brigitte, con quei due limpidi occhi azzurri che scorrono a ritroso a quel momento – fu molto forte l’interessamento e coinvolgimento del pubblico, per non parlare delle lettere di testimonianze che hanno iniziato ad arrivarci spontaneamente. Come un sasso lanciato nell’acqua, che crea onde che si allargano a cerchi concentrici, così è accaduto in questo caso. Ciò che incoraggiava a scrivere e raccontare e farci pervenire queste storie di grande sofferenza  era probabilmente il sapere di potersi esprimere senza scoprirsi”.


A quel punto è maturata l’idea di coinvolgere più artisti, che per natura operano sull’onda delle emozioni , e che quindi avrebbero potuto lanciare messaggi tali da sensibilizzare. Qualcuno non se l’è sentita, per la durezza della tematica, molti altri hanno accettato”.
Ben 56 artisti nel 2016 hanno contribuito alla realizzazione di Anime senza voce presso la Rocca Brancaleone di Ravenna, non solo un’esposizione d’arte visiva e scultorea ma anche dibattiti e convegni. A ognuno di loro è stata assegnata una lettera da leggere, meditare, lasciar sedimentare per esprimersi spesso e volentieri fuori dal proprio campo di azione, quindi in modo nuovo, inedito.


Quest’anno il passo avanti, la decisione di costituire un’associazione senza scopo di lucro, il coinvolgimento di 66 artisti , sempre auto-spesati,  l’esposizione di 300 opere nella suggestiva location dei Magazzini  Darsena a Cervia, la realizzazione di un’opera a 38 mani e un’asta finale di 40 opere, in nome di tre associazioni locali molto speciali.
“La scelta è andata a: Linea Rosa, molto attiva sulle donne maltrattate; Dalla parte dei minori, costituita da medici che lavorano con i bimbi sul campo e M.UO.VITI che si occupa degli uomini che maltrattano donne e bambini. Tutto il ricavato dell’asta dell’evento viene destinato a loro”, racconta Brigitte Ostwald, una donna di sensibilità grandissima che si percepisce dalla grazia e dalla delicatezza con cui si esprime; e comunque basta prendere visione dei suoi quadri per rendersene conto.

È lieve ma di emozione il suo quadro a base nera, cornice compresa, da cui si stagliano palazzi, uno accanto all’altro. Dall’unica finestra da cui esce una luce sale verso il cielo un palloncino rosso. Accanto una pagina scritta, la lettera,  abbellita da un fiocco nero di raso racconta “La violenza di una madre”.
Ci colpisce parecchio anche l’opera di Brigitte Rauecker: l’immagine di un bimbo con un’espressione altrove che suona un tamburello su cui è impresso il suo stesso viso disperato: quello che molto probabilmente ha dentro.

Ciascuna opera merita un’analisi, parlano i piccoli particolari, le scelte di colore…
Un viso bellissimo con gli occhi tristi che tendono verso il basso mi cattura. Sembra un mosaico di colori a pezzi grandi, che sbuca da una trama complicata di forme geometriche. Accanto non solo la storia da cui trae ispirazione ma anche un pensiero dell’artista, Greta Pirri: “Dove tutto resta e niente se ne va”.

A questo punto il ritrovare all’uscita il pattino di salvataggio colmo di giochi e anche, alzando ora lo sguardo, una maglietta bianca sporca di rosso appesa  ad un’asta  acquista un significato completamente diverso da quello attrattivo iniziale. “L’abbiamo collocata qui – spiega Brigitte – perché questa installazione rappresenta la storia di abuso di una delle artiste che stanno esponendo.  La testimonianza è stampata su un cartoncino rosso con un titolo: “È molto personale, Brigitte…”

Si tratta di una lettera che Brigitte ha ricevuto da una collega.
Ci sono argomenti che rifuggiamo perché troppo dolorosi anche solo da ascoltare e c’è chi ha bisogno di raccontarsi per liberare quel dolore e anche la sofferenza di troppo silenzio intorno.

Anime senza voce
ha voluto sollevare il tappo del silenzio.  Sono tante le storie che sono arrivate a Brigitte, spontaneamente, oltre le aspettative. Perché pochi strumenti come l’arte sanno gridare sentimenti, quasi li materializzano, come a volerli liberare, e li rendono fruibili al mondo, perché impari a non avere paura del dolore. Quella voce silente spesso non ha bisogno che di parlare.

 

Simona Vitali
simonavitali@solobellestorie.it

Le associazioni coinvolte
www.animesenzavoce.com
www.linearosa.it
www.dallapartedeiminori.it
www.muoviti.org

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