Educazione Artistica

SI POTESSE FA’ UNA BOTTEGHINA

13 marzo 2017

Nel centro di Scarperia non c’è che l’imbarazzo della scelta per chi vuole sapere tutto, ma proprio tutto, sulla produzione di coltelli; i cosiddetti ferri taglienti, una tradizione che si tramanda dal ‘400 in questo piccolo borgo del Mugello.
Ed è stata proprio l’insegna Fabbricanti di Ferri Taglienti ad attirare la mia curiosità. Una volta avvicinato alla bottega artigiana è stata però un’altra insegna a colpirmi: un foglietto appeso alla grata della finestra che indicava “La bottega delle idee riciclo e creatività”.

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Pochi passi in direzione di un suono che, poco a poco, da sgraziato si faceva limpido e mi trovo a sbirciare in una stanza che affaccia sulla strada, dove c’è un uomo che soffia dentro ad una strana tromba.
“Avanti, entra pure e non far caso alla confusione”. Nasce così la scoperta di quel genio creativo che corrisponde al nome di Massimiliano Aiazzi.

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“L’è una tromba fatta con un tubo da elettricista, canna per innaffiare, un pezzo di bottiglia e un tappo, ma suona eh? Con un po’ di pazienza suona e anche bene. Senti…”
Un brano improvvisato, mentre mi guardo intorno e non riesco a trovare un ordine logico alle cose: appendini che diventano scolapiatti, giradischi che si trasformano in orologi da parete, un’arpa ricavata dalle lattine diventate cassa armonica.

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“Ma chi sei?” chiedo un po’ stranito all’uomo.
“Un compositore, un artigiano, un creativo, un bambino… scegli tu” mi risponde con quell’accento toscano che fa impazzire i turisti di mezzo mondo. Ed è così che comincia un gioco tra le parti.
“Bambino” gli dico.
“Alle invenzioni, ai giochi ci sono affezionato. Lo vedi questo flipper? Non lo venderò mai, anche se ho impiegato tre mesi per farlo. Spesso lascio anche qualche lavoretto per andare avanti a completarlo. E non t’offende, ma questo non te lo lascio fotografare, altrimenti me lo copiano”.
È un flipper rinascimentale quello che mi mostra Massimiliano, dove con un complicatissimo percorso della pallina – in legno come tutti gli altri componenti del gioco –  si abbatte il drago e si conquista il castello.

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“L’idea m’è venuta mentre sfogliavo un libro con la figlia della mia compagna e mi è apparso il drago di San Giorgio. Ci giocano i bambini che vengono qui tutti i pomeriggi”.
Come? Chiedo un po’ stupito.
“Si, i bambini vengono in bottega e si mettono a giocare con le mie creazioni. Ho messo una legge: si posa il cellulare, si risponde solo se sono i genitori a chiamare, e si gioca. Cosa c’è di più bello che lavorare attorniato da bambini che giocano?”
Vado avanti: “Creativo”.
“Che ti devo dire. Mi è sempre piaciuta la manualità, a farmi il letto e l’armadio da me. Guardare un oggetto, partendo dalla prospettiva contraria, ribaltandolo e scoprire che può ancora e sempre servire. Vedi quel telefono? Schiacci il pulsante dei numeri e diventa una lampada”. E così per ogni oggetto che anima la bottega di Massimiliano, come un divano ricavato da due lettini provenienti da un cassonetto dei rifiuti.

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“Ma quando hai aperto?”
“Senti, qualche anno fa mi sono trovato in una fase non proprio bella della mia vita e, una sera, a tavola con babbo e mamma mi venne da dire: Madonnina, si potesse fa’ una botteghina… Qualche giorno dopo un amico d’infanzia del mio babbo mi fece vedere queste stanze e me le affidò. Era il 2014 e la bottega l’ho aperta in settembre, per il Diotto”.
Il Diotto è il Palio di Scarperia, che cade appunto Di otto, l’8 settembre, per festeggiare la fondazione della città avvenuta in quel lontano giorno del 1306.
“Ci vestiamo tutti con gli abiti del Medioevo e io, in quell’occasione, misi fuori i primi giochi che avevo inventato. In un giorno facemmo più di quattrocento partite, contate a clessidra”, confida Massimiliano.

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“Artigiano” incalzo.
“Sono la soluzione allo standard. – spiega tra il divertito e il poliedrico – Da me si trova dalla bischerata per fare un regalo, come questa piccola cabina da mare portatovaglioli, al fratino che mi hanno appena commissionato e che deve entrare in uno spazio preciso della casa e lì deve stare. All’Ikea non si troverà mai quella precisa dimensione”.
Mentre Massimiliano accoglie un cliente, curioso su internet per scoprire qualcosa di più e vien fuori che lui è davvero un compositore: ha scritto le musiche originali di un film (Dieci ragazze), ha accompagnato uno spettacolo teatrale dal titolo intrigante come Le partiture bacchiche; ha suonato, alle tastiere, non più tardi di un paio di mesi fa, a Firenze con Don Backy.

Massimiliano Aiazzi alle tastiere

Massimiliano Aiazzi alle tastiere

“Compositore” gli dico.
“Ho suonato tanto al Conservatorio, ma non mi hanno mai aperto” cerca di liquidare con una battuta.
“Ho le prove” ribatto.
“Si, sono un compositore ma con la musica classica non si campa, purtroppo. Ed è per questo che mi sono reinventato, ma la musica resta la mia vita, non posso farne a meno. Mi basta il rumore di un cacciavite in un barattolo per pensare: senti come suona bene”.
Svelato il mistero della quantità di strumenti musicali fatti con materiali di riciclo gli chiedo: ma non puoi mettere in piedi una piccola orchestra?
“Ci ho pensato e avevo anche proposto alle scuole un progetto – Non ti butto ma ti suono – per coinvolgere i ragazzi, poi la burocrazia ci ha messo il solito zampino ed è rimasto lì”. Ma si può sempre fare.

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Massimiliano è davvero tutto questo – un compositore, un artigiano, un creativo, un bambino – e anche qualcosa di più: una persona che fa bene al tempo in cui viviamo, perché riesce a tenere insieme la gioia di creare e la saggezza di non sprecare, guardando semplicemente un oggetto dal fondo.
Me ne vado con una cornice dove lui ha teso semplici corde e agganciato delle mollette per il bucato: tre decine di euro per un piccolo capolavoro di design e di memoria.

Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it

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