La Parma che mi piace abita al civico 16/A di Viale Antonio Gramsci e risponde al nome di COCCHI, prezioso scrigno di storia e gesta parmigiane, oltre che tempio del mangiare come tradizione comanda.
Sì perché in questo ristorante, che da sempre percorre la sua strada incurante di inseguire giudizi o tendenze di sorta, trovo ben di più di piatti eseguiti magistralmente uguali a se stessi, secondo un’abitudinaria perseveranza. Semplicemente qui trovo espresso lo stile parmigiano.
Ha un passato che pesa Parma, certamente molto più del presente, ha radici che affondano in una storia straordinaria che l’ha attraversata, non senza lasciare tracce o meglio contributi autorevoli. Tanta grazia ricevuta certamente, ad opera di grandi casati che si sono susseguiti (i Farnese, i Borbone e Maria Luigia D’Austria) e che non hanno mancato di apportare ricchezza di visioni, che si è stratificata fino ad amalgamarsi in unicum: la tradizione culinaria parmigiana appunto. Un gioiello. Dei più preziosi.
Che dire di chi questa storia l’ha in buona parte attraversata e in un qualche modo incarnata?
La famiglia Cocchi è nella ristorazione dall’800, a partire da i nonni di Corrado (l’attuale gestore), lo zio Gigio, poi il padre dal 1925, per arrivare a Corrado con il fratello e oggi insieme al figlio Daniele.
Un vero e proprio percorso che vede l’evolvere dell’osteria degli inizi in trattoria fino a ristorante. Un’estensione di piatti e insieme di cultura ad assecondare via via il cambiamento dei tempi e degli clienti che si sono affacciati al locale. E sempre il buonumore, la goliardìa, la battuta pronta, magari in dialetto, hanno connotato come cifra stilistica la famiglia Cocchi, anche negli anni più bui della guerra.
Ancora oggi Corrado e Daniele ti accolgono brillanti e ti accompagnano gustosi, durante il pasto, tra una battuta e una riflessione seria, a seconda dei casi. Capaci dell’una e dell’ altra sanno capire quando è il momento per dire cosa.
E quell’impronta la ritrovi in Maurizio, Onofrio e Francesco, parte integrante di una famiglia allargata, che in sala ti servono pane, parole e valori.
Così in cucina l’abile mano della signora Laura, moglie di Corrado, ha tracciato una direzione a cui la brigata si ispira fedelmente.
Insieme, Corrado e Daniele, hanno creato quel giusto humus che esercita una sorta di richiamo quando si sente uno speciale bisogno di essere accolti , vuoi per un appuntamento di lavoro, vuoi per mettere le basi di qualche progetto importante, vuoi per discutere le tormentate vicissitudini calcistiche locali ma anche per affrontare questioni spinose in momenti delicati. Fatto sta che la storia della città è passata in tanta parte e in alcuni casi è stata scritta proprio qui da Cocchi.
Perché quell’ ambiente, immutato, sempre uguale a se stesso, oltre ad accogliere rassicura, nel turbinio di cambiamenti repentini, disorientanti. Sobrietà e sostanza come a garanzia, da sempre. Quei muri tappezzati di quadri importanti o di significativi pittori parmigiani raccontano oculata ricerca, quel carrello dei bolliti parcheggiato ora qua ora là ha valenza di un prestigioso cassettone parmigianino.
Quelle sedie e quei tavoli hanno accolto i più svariati personaggi di una Parma verace, che di essa hanno segnato la sorte, per non dire quelli di fama nazionale e anche internazionale che a Parma hanno associato il nome Cocchi.
C’è uno stile, c’è uno stile parmigiano eccome, che trae linfa dalla storia e sussiste grazie a un’intelligenza impegnata nel difficile compito di salvaguardare, resistendo alle più moderne tendenze portate a stravolgere.
Sì, la Parma che mi piace abita proprio qui!
Simona Vitali
Ristorante Cocchi
Via Gramsci, 16/A
43126 Parma
Tel. 0521 981990
www.hoteldaniel.biz