Storia

I MURETTI DELLO SCIÚR

13 aprile 2017

“Questo lo devi assaggiare assolutamente” mi dice Emilio Mottolini, produttore di bresaole eccellenti, mentre mi mette in mano una bottiglia Valtellina Superiore DOCG 2012.
“Non tanto e non solo perché è buono, ma anche perché un euro per ognuna di queste bottiglie viene destinato alla conservazione dei muretti a secco dei vigneti terrazzati della Valtellina, finanziando in parte un corso professionale per giovani muratori che vogliono apprendere l’arte del recupero e della costruzione di queste architetture rurali”.

muretti

Il retro dell’etichetta del vino – chiamato Sciúr – riporta una frase e una firma: “Non abbiamo semplicemente prodotto un vino, ma ci stiamo impegnando per salvaguardare e valorizzare il territorio, l’ambiente, la cultura e la storia”.
A quel punto, per chi conosce almeno un po’ la storia del vino valtellinese, la firma non è più un segreto: Sciúr porta il nome di Casimiro Maule, l’enologo che di questa terra ha fatto la sua ragion d’essere professionale e umana.

Casimiro-Maule-

Casimiro Maule

“Ero arrivato a un punto della mia vita professionale dove ho espresso all’azienda per cui lavoro il bisogno di fare qualcosa di importante per questo territorio. – ci racconta Casimiro Maule – Nasce così il progetto Sciúr; un nome ideato da un gruppo di studenti del Politecnico con cui ho ragionato di sostenibilità, di territorio, di un vino che fosse, parafrasando il mio amico Carlin Petrini, buono, pulito e giusto”.
Quando gli studenti, in maggior parte ragazze, gli hanno presentato il progetto e il nome a Casimiro Maule è venuto in mente il sciúr Carletto Negri, il figlio del fondatore della cantina per cui l’enologo lavora; “Ma non era così, si trattava dell’acronimo di sostenibile, concreto, innovativo, unico, responsabile. Esattamente ciò che avevo in mente”.

sciur_nino_negri
L’obiettivo dichiarato era infatti coinvolgere tutta la filiera che ruota intorno al vino, a cominciare, racconta Casimiro, “dagli operai in vigna verso cui bisogna avere rispetto creando le migliori condizioni di lavoro”.
Sciúr nasce su quattro ettari sperimentali dove non si usano concimi chimici, non si carica eccessivamente la vigna, il diserbo lo si effettua solo in base a precise condizioni meteo che le centraline, collegate con la facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza, evidenziano riducendo così l’intervento standardizzato.
“Volevo vedere tornare la vita in vigna, veder l’erba crescere, le farfalle e le coccinelle – continua Casimiro Maule – e un vigneto in ordine, bello, pulito”.

nino-negri-Fracia
È da qui che gli nasce l’idea di sostenere un corso professionale, in collaborazione con l’istituto Pfp Valtellina, per una nuova figura: il Giardiniere del Paesaggio.
Il primo anno, nel 2014, sono stati in 26 i ragazzi che hanno frequentato il corso, perseguendo l’idea di un nuovo mestiere utile al territorio: conservare e ristrutturare il patrimonio dei muretti a secco che compongono i terrazzamenti della Valtellina, frutto dell’ingegno dei contadini di questa valle che, da generazioni, permettono la coltivazione su terreni molto ripidi.
“Sono opera di dieci generazioni di contadini che, in questo modo, hanno vinto sulla natura per sopperire alla fame e, inconsapevolmente, hanno generato uno dei più affascinanti paesaggi del vino italiano. –  prosegue Casimiro Maule – Dalla fine degli anni ‘70 fino alla metà degli ’80, purtroppo, i terrazzamenti e i muretti furono in buona parte abbandonati. Basti pensare che nel 19° secolo erano circa 6.000 gli ettari terrazzati e ora sono intorno ai 700”.
Abbiamo voluto camminare tra i terrazzamenti, capire la fatica, provare ad immaginare il lavoro degli operai in vigna, ma anche la serenità che conferisce un percorso che si snoda ad altezze silenziose.

nino-negri-sciur-vigneti-750x375
“Non è facile fare il vino in Valtellina, ma non voglio parlare di viticoltura eroica – precisa l’enologo – bensì di una viticoltura che parte da un principio: l’uva, e il vino di conseguenza, non è buona se non viene coltivata in un ambiente pulito. Sta tutta qui l’idea di Sciúr”.
I primi risultati sono alcune decine di ragazzi che si sono avvicinati alla conoscenza di un pezzo di storia della Valtellina, ne hanno colto il valore e l’unicità, si stanno prodigando per mantenerla in vita; ogni anno le bottiglie di Sciúr aumentano e, di conseguenza, il contributo destinato alla scuola. E, ad ogni primavera, le farfalle e le coccinelle ritornano.

Luigi Franchi
luigifranchi@solobellestorie.it

You Might Also Like